Muso Rosso ha dissotterrato l'ascia di guerra. Questo spazio web è dedicato allo spirito libero delle idee, senza obbedienze di credo, di partito,
di gerarchie qualsiasi. Ipocrisia, prepotenza, sfruttamento, ignoranza e conformismo sono i principali nemici di Muso Rosso. Contro di essi le armi possibili sono molte: verità, umanità, cultura, creatività, rispetto per la natura. Ma su tutte domina la Libertà, di parola e di pensiero.
Il contenuto di queste pagine è costituito da una serie di scritti in rima che traggono ispirazione da eventi dell'attualità politica e sociale (da leggere perciò con gli occhi del momento storico in cui gli eventi si sono svolti), scritti che sono mossi fondamentalmente dall'esigenza di smascherare la violenza e la stupidità del potere.

domenica 25 giugno 2017

Risposta a Marazico: In effetti, qui a Firenze


La fontanella, nel quartiere del Sud dove ho trascorso la mia infanzia alcuni decenni or sono, era un centro di aggregazione non solo per i giochi dei tanti bambini che a quei tempi sciamavano liberi nelle strade, ma anche per gli adulti. E soprattutto per gli anziani che, con l'occasione di raccogliere un po' d'acqua, la cui presenza nei rubinetti domestici era cosa alquanto rara, potevano scambiare due parole con i vicini e aggiornarsi sulle novità interessanti del rione.
A Roma le fontanelle sono affettuosamente appellate con il nomignolo di "nasoni", per via della particolare forma della cannella che generosamente offre acqua buona e fresca a chiunque, a tutte le ore: davvero un segno di vita e di allegria.
Le fontanelle romane, nonostante la distanza che ci separava, erano note anche a me nei tempi antichi di cui dicevo all'inizio. Ora, si sente dire che "per colpa della siccità" le Autorità preposte pensano di metterle a secco. Come non pensare alla famosa battuta in "Johnny Stecchino" sui problemi di Palermo (il traffico, la siccità, appunto...)!
Marazico, un grande poeta contemporaneo che scrive in romanesco (ma non solo), ha pubblicato nella sua pagina Facebook una bella poesia in difesa dei "nasoni" romani, nella quale cita, per differenza, la città di Firenze, il luogo dove ho trascorso e trascorro gli anni della maturità. I suoi versi mi hanno spinto a dire anche la mia. Ma non è una "difesa" di Firenze...


IN EFFETTI, QUI A FIRENZE...

In effetti, qui a Firenze,
di “nasoni”  e  ‘un ce n’è tanti…
gli è perché cert’esigenze
le ‘un ce l’hanno tutti quanti.

Gli è che i’ popolo toscano
non fu mai troppo pulito;
pe’ lavarci ci laviamo,
noi però e ‘un se ne fa un rito.

Ci s’aveva anche le Terme
quando c’erano  ‘Romani
ma nell’epoche moderne
 ‘un c’è manco e’ vespasiani…

È perciò che il forestiere,
non trovando indove falla,
dentro i bar deve sedere
pe’ pisciare e bere a palla.

Se però non vuol pagare
questa provvida gabella
e si siede indo’ gli pare,
giunge i’ sindaco Nardella:

con le trombe e le fanfare
e la pompa stretta 'n mano
l’acqua l’usa pe’ allagare
e bagnagli i’ deretano.

Siamo un popolo ruspante,
siamo pratici, non fini:
qui la cosa più importante
l’è se corrono i quattrini.

Gli è per questo che in città
e ‘un ci s’ha tanti “nasoni”,
in compenso proprio qua
sovrabbondano i massoni.

Chi ci garba assai parecchio
però sono i commedianti:
basta entra’ a Palazzo Vecchio,
ce li trovi tutti quanti!

(© Musorosso 2017)



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Un'altra impresa di Matteuzzo di Renzo


Personaggi e interpreti, in ordine di apparizione:

Matteuzzo (il figlio), il bischero più furbo del Paese
Renzo (il babbo di Matteuzzo), installatore di statuine della Madonna



domenica 21 maggio 2017

Pronto... chi sente?


Pronto… chi sente?

Un'altra impresa di Matteuzzo di Renzo


Personaggi e interpreti, in ordine di apparizione:

- Matteuzzo (il figlio), il bischero più furbo del Paese
- Renzo (il babbo di Matteuzzo), installatore di statuine della Madonna


“Pronto… babbo, ti ho chiamato per il fatto che tu sai;
devi dir la verità, altrimenti sono guai!”

“Te l’ho detto cento vorte – Madonnina benedetta!
Ho brigato solamente per piazzar la statuetta…”

“Tu non me la conti giusta, ‘un son mica nato ieri,
manco a Luca tu l’ha’ detto cosa fai co’ tu’ misteri.”

“Matteuzzo, e  ‘un so davvero cosa sia la verità:
bisogna essici abituati… icchè gliè, una novità?”

“Sai icchè dican? Ch’eri a pago, trentamila dindi a i’ mese
pe’ aiuta’ l’Aristogatto a truffar Consip e Paese.”

            “Io con quello ci ho parlato, sempre per la Madonnina…
            l’avrò visto in qualche barre, di sfuggita, alla svertina…”

“Devi dirlo chiaro e tondo che non ti ricordi un cazzo
e non tira’ in ballo mamma, altrimenti faccio il pazzo!”
Tu l’ha’ a dire forte e chiaro, come me, così si sente;
se borbotti, chi ci ascorta ‘un capisce un accidente.
Così io fo bella figura e tu metti un par di toppe.
Ora vo’. Chi sta all’ascolto può pigia’ il pulsante Stoppe.”

© Musorosso, 2017


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